
“Dottore ho bisogno di esser visitata, può venire a casa?”
“Signora, non credo proprio di farcela, oltretutto lo studio è un ambiente ottimale; è proprio certa di non poter venire?”
Più o meno queste sono state le prime battute scambiate al telefono con Daniela, una donna di 46 anni, che chiameremo con questo nome nel rispetto della riservatezza. Ma perché una donna di soli 46 anni insisteva per non venire a studio? Non capivo.
Ho cercato in tutti i modi di convincerla. Niente, ha insistito, dicendo che non poteva proprio muoversi e che era urgente. Mi convinco, fissiamo un appuntamento. Due giorni dopo mi metto in macchina, faccio un viaggio di circa un’ora e mezza, nel traffico attorno a Roma… E una volta arrivato, scopro il motivo della sua insistenza.
Cosa ho scoperto a casa di Daniela
Al mio arrivo la paziente è a letto, immobile, quasi impossibilitata ad alzarsi.
Quello che stava accadendo è che una forma grave di obesità non le consentiva più quasi alcuna autonomia di movimento; però al telefono non aveva anticipato nulla.
Nei primi secondi, ogni valutazione medica passa in secondo piano; ad esempio, che l’obesità è un fattore di rischio cardiovascolare… Quello che riuscivo a pensare era che una giovane donna era bloccata, oppressa dall’eccessivo accumulo di grasso corporeo. In medicina si chiama “eccesso ponderale”. Per rendere l’idea, Daniela non poteva essere più alta di 1,60 m. e il suo peso sarà stato non inferiore ai 140 Kg.
Da dove potevo cominciare
In un primo momento, lo confesso, ho avuto difficoltà a fare programmi. Mentre eseguivo alcune misurazioni di base, mi chiedevo da dove cominciare. Poi la risposta è arrivata, semplice e naturale. “Prima cosa: migliorare le condizioni fisiche di Daniela” mi sono detto; soprattutto per liberarla presto dall’oppressione dell’immobilità.
I referti delle analisi di laboratorio mi venivano in aiuto: in particolare i valori degli ormoni tiroidei. Mi fornivano un’indicazione chiara sulla strada da intraprendere nell’immediato, per un primo intervento farmacologico. Inoltre visto il livello notevole di ritenzione idrica, ho prescritto anche una terapia diuretica.
L’approccio ha dato risultati soddisfacenti e ora Daniela sta meglio; possiamo continuare a lavorare insieme, per passi progressivi, sulle condizioni generali e in particolare su quelle cardiovascolari.
Obesità, chi colpisce ora
Questa condizione riguarda in Italia circa 4 bambini su 10. Nella fascia adulta, il 10,2% è obesa e tra queste, circa un milione e seicentomila persone, soffre di una forma grave. Questi dati sono a disposizione di tutti, sul Bollettino dell’Istituto superiore di Sanità.
Quattro tipi di obesità
Recentemente sono stati classificati 4 tipi di obesità:
- Cervello affamato: caratterizzato da una maggiore necessità di calorie per raggiungere il senso di sazietà, controllato dall’asse cervello-intestino.
- Fame emotiva: quando mangiare è una risposta alle emozioni, positive o negative.
- Intestino affamato: quando lo svuotamento gastrico è più veloce, e determina un maggiore consumo di cibo.
- Combustione lenta: associata ad un metabolismo rallentato, minore massa muscolare e scarsa propensione all’attività fisica.
Gli approcci
Soprattutto l’approccio dovrebbe essere personalizzato, tagliato su misura della persona. Ecco una lista essenziale:
- Soprattutto in età adolescenziale, un momento delicatissimo nella vita di ragazze e ragazzi, occorrono pazienza, disponibilità e dialogo. Mai stigmatizzare.
- E’ possibile prevedere un percorso integrato, multifattoriale: ad esempio valutare insieme lo stile di vita, le attitudini, i valori personali. In alcuni casi considerare anche delle valide integrazioni nutraceutiche, o fitoterapiche.
- Quando necessario, si può anche ricorrere ai nuovi farmaci: ad esempio alcune molecole inizialmente pensate per i diabetici e che ora trovano indicazione anche nella cura dell’obesità.
- Nei casi più severi, molti pazienti prendono in considerazione anche gli interventi di chirurgia bariatrica: tra cui il bypass gastrico, la gastrectomia a manica (sleeve gastrectomy), e il bendaggio gastrico.
 
    