
Ora è dimostrato: per le persone tra i 40 e i 50 anni in sovrappeso, i rischi di infarto e ictus aumentano rispetto a chi ha un peso nella norma. Lo comprova in maniera inequivocabile uno studio presentato al congresso 2023 della Società europea di Cardiologia (Esc). E immediatamente la notizia è rimbalzata su tutti i media, sia generici che specialistici.
“La presenza di obesità o sovrappeso è un driver per gli eventi cardiovascolari – ha spiegato Nikolaus Marx nella relazione introduttiva – indipendentemente dagli altri fattori di rischio. Dobbiamo essere onesti: si tratta di un effetto che avevamo sottostimato”.
La sindrome metabolica
Secondo la ricerca, fino al 30% della popolazione mondiale soffre della cosiddetta sindrome metabolica. Con questo termine si intende un insieme di condizioni fisiche, tra cui il sovrappeso, l’ipertensione e l’alterazione della glicemia. A riguardo la relatrice, Lena Lönnberg, ha detto: “molte persone tra i 40 e i 50 anni hanno un po’ di grasso sul girovita, la pressione alta, il colesterolo o il glucosio leggermente elevati, ma si sentono generalmente bene e non sono consapevoli dei rischi, non cercano il consiglio medico”.
I ricercatori hanno verificato proprio le persone asintomatiche, affette da diabete, ipertensione e obesità. Al programma di screening hanno partecipato circa 34.000 persone tra i quaranta e i cinquanta anni. Sono stati misurati altezza, peso, pressione sanguigna, colesterolo totale, glucosio nel sangue e circonferenza della vita e dei fianchi.
Calcolare il rischio cardiovascolare
Per la valutazione del rischio cardiovascolare puoi parlare con il cardiologo: potrai avere una stima delle probabilità di andare incontro a un primo evento cardiovascolare maggiore (infarto del miocardio o ictus) nei prossimi 10 anni. Questi sono gli otto fattori di rischio da considerare: peso, sesso, età, diabete, abitudine al fumo, pressione arteriosa sistolica, colesterolemia totale, HDL-colesterolemia, trattamento anti-ipertensivo in corso.
 
    