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Ipertensione, quali sono le 7 convinzioni più pericolose?

Ipertensione convinzioni pericolose

Esistono delle errate convinzioni sull’ipertensione?

E soprattutto, contribuiscono a farne una delle patologie più diffuse al mondo?

Certamente, l’ipertensione può causare danni significativi prima ancora che una persona si accorga di esserne affetta. Ecco perché è fondamentale comprendere quali sono i comportamenti nocivi e quali invece quelli virtuosi.

Per questa ragione dovremmo cominciare quindi da ciò che sta alla base:  individuare le convinzioni errate più diffuse e smentirle.

Seguimi con attenzione.

Convinzione dannosa # 1. “Se non ho sintomi, non ho bisogno di controllare la pressione”

Questa è forse la convinzione più pericolosa in assoluto. L’ipertensione viene chiamata “killer silenzioso” proprio perché raramente manifesta sintomi evidenti nelle fasi iniziali. Quando compaiono i primi segnali, spesso il danno è già in corso.

Secondo le stime più aggiornate, circa il 46% degli adulti nel mondo soffre di ipertensione, ma solo il 25% di essi è consapevole della propria condizione e meno della metà riceve un trattamento adeguato.

I fatti: 

– l’ipertensione può danneggiare silenziosamente cuore, cervello e reni per anni

– il controllo regolare della pressione è l’unico modo per diagnosticarla precocemente

– si raccomanda una misurazione settimanale, anche in assenza di sintomi

– la prevenzione è sempre più efficace della cura

 

Convinzione dannosa # 2: “la pressione è tornata normale, posso interrompere i farmaci”

Questa idea può avere conseguenze fatali: molti pazienti, vedendo i valori pressori normalizzati, decidono autonomamente di interrompere la terapia prescritta. Studi mostrano che la sospensione improvvisa dei farmaci contro l’ipertensione può comportare un aumento dei rischi.

Le evidenze scientifiche:

– i valori normali sono spesso il risultato dell’efficacia della terapia

– l’interruzione improvvisa dei farmaci può causare pericolosi sbalzi pressori

– qualsiasi modifica della terapia deve essere discussa con il medico curante

– in molti casi, il trattamento dell’ipertensione è a lungo termine.

 

Convinzione dannosa # 3: “l’ipertensione è una malattia degli anziani”

E’ vero, l’ipertensione è più comune nella popolazione anziana, ma non risparmia le fasce più giovani, soprattutto nell’era moderna.

Secondo uno studio pubblicato su JAMA (Journal of the American Medical Association), circa 1 giovane adulto su 5 (circa il 20%) tra i 18 e i 39 anni ha ipertensione, con un rischio maggiore legato a stili di vita sedentari e alimentazione scorretta

I fatti:

– l’ipertensione colpisce sempre più giovani adulti

– stili di vita moderni aumentano il rischio anche in età giovanile

– stress, sedentarietà e alimentazione scorretta sono fattori di rischio a ogni età

– la prevenzione deve iniziare fin dalla giovane età

 

Convinzione dannosa # 4: “basta ridurre il sale per normalizzare la pressione”

La riduzione del sodio è importante, ma rappresenta solo uno degli aspetti della gestione dell’ipertensione. L’American Heart Association suggerisce che una dieta equilibrata, come la dieta DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), combinata con attività fisica, è una delle strategie più efficaci.

L’approccio corretto:

Occorre un approccio multifattoriale che includa:

  – attenzione al sodio “nascosto” negli alimenti processati

  – alimentazione equilibrata

  – attività fisica regolare

  – eventuale terapia farmacologica

 

Convinzione dannosa # 5: “è solo una questione di ansia”

Lo stress può influenzare la pressione arteriosa, ma non è l’unico fattore in gioco.

Inoltre, per molti pazienti l’emotività può diventare una sorta di alibi su cui adagiarsi; e questo non permette di approfondire con indagini ed esami.

La prospettiva reale:

L’ipertensione ha cause multiple:

  – predisposizione genetica

  – stile di vita

  – alimentazione

  – condizioni mediche preesistenti

La gestione dello stress è importante ma non sufficiente. È necessario un approccio terapeutico completo

 

Convinzione dannosa # 6: “il vino rosso protegge dalla pressione alta”

Il presunto effetto protettivo del vino rosso è stato spesso sopravvalutato. Alcuni studi hanno suggerito che piccole quantità di vino rosso possano avere effetti benefici sul cuore grazie agli antiossidanti come i polifenoli, ma l’OMS avverte che l’eccesso di alcol aumenta significativamente il rischio di ipertensione. S

Le evidenze:

– i benefici del vino rosso sono limitati

– l’alcol in eccesso può aumentare la pressione

– non esistono “cure miracolose” per l’ipertensione

– un approccio equilibrato è sempre la scelta migliore

 

Convinzione dannosa # 7: “con la pressione alta non si può fare attività fisica”

Al contrario, l’esercizio fisico controllato è uno dei pilastri della terapia anti-ipertensiva. Numerosi studi, tra cui quelli della Mayo Clinic, hanno dimostrato che l’esercizio fisico controllato riduce efficacemente la pressione sanguigna. In particolare, l’attività aerobica regolare può abbassare la pressione fino a 5-10 mmHg in persone con ipertensione.

Le evidenze scientifiche:

L’attività fisica regolare aiuta a:

  – ridurre la pressione arteriosa

  – mantenere un peso salutare

  – migliorare la salute cardiovascolare

È fondamentale:

  – consultare il medico per un programma personalizzato

  – iniziare gradualmente

  – monitorare la pressione durante l’attività

 

Conclusioni

La corretta informazione è il primo passo per una gestione efficace dell’ipertensione. Non solo aiuta a prevenire comportamenti dannosi, ma permette anche di:

– adottare strategie efficaci di prevenzione

– seguire correttamente le terapie prescritte

– mantenere uno stile di vita salutare

– ridurre il rischio di complicanze.

Ricorda sempre che l’ipertensione è una condizione seria ma gestibile, che richiede un approccio scientifico e personalizzato, sotto la guida di professionisti sanitari qualificati.

Ti consiglio di leggere anche:Ipertensione, il Killer che non fa notizia: i passi da fare e le raccomandazioni essenziali

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